Scrivere è sorprendersi. Intervista allo scrittore Roberto Frazzetta
Quest’anno sono andata per la prima volta al Salone del Libro a Torino: per una appassionata di lettura come me è stato come per un bambino entrare dal caramellaio!
Libri ovunque, di tutti i generi, ed autori a disposizione per chiacchierare con noi lettori e desiderosi di farsi conoscere ed interagire.
E’ così che ho incontrato e conosciuto Roberto Frazzetta, autore di LA STRADA NON ASPETTA, Bertoni Editore.
Ciao Roberto come stai? Raccontami in sintesi la trama del tuo romanzo noir.
La Strada Non Aspetta racconta una massima: il passato è un gioco a perdere, perché le ombre le puoi affrontare o puoi scappare da loro – ma non te ne liberi mai. Il codice d’onore di certe famiglie malavitose parla chiaro: se presti giuramento a loro, questo durerà per sempre e i tradimenti si pagano con un’unica moneta d’onore: il sangue.
E Riccardo Masi, capitano dei ROS, questo lo sa bene: per anni ha svolto il lavoro di infiltrato presso la famiglia Lo Bianco, una delle più influenti della ‘ndrangheta, ed ora è impegnato a dirigere una squadra fantasma per contrastare il più possibile gli interessi della malavita. Il covo sicuro della squadra, un pub di Cerveteri frequentato da motociclisti, sarà teatro di una rissa che farà saltare la copertura del gruppo e il sogno di Riccardo di rifarsi una vita con la sua donna. Una semplice coincidenza o il frutto di un piano ben studiato da una talpa?
L’aspetto di indagine psicologica del protagonista ha largo spazio nel tuo romanzo: perché? cosa ti piace comunicare? quale aspetto hai voluto approfondire?
Nel genere thriller/noir quello che affascina il lettore è proprio la trama intricata della psiche del personaggio: più è complessa e contradditoria, più c’è la possibilità di immedesimazione nel mistero che rappresenta l’essere umano.
Quello che mi piace mostrare è proprio la rosa dei sè rinnegati che albergano dentro i personaggi, nel momento che prendono il sopravvento – quasi una sorta di battesimo che dà inizio ad un viaggio verso l’integrazione e l’accettazione di quelle parti.
Gli eventi che accadono sono l’opportunità per farlo, o per continuare a celarli dentro il più possibile.
Un processo che avviene tutti i giorni nella nostra vita, ma che all’interno di una storia può essere avvincente e pieno di picchi emotivi.
Leggiamo questo genere per avere battiti di cuore inaspettati.
Roberto Frazzetta e Riccardo Masi: quali sono le analogie fra te ed il protagonista del tuo romanzo e quali le differenze.
E poi dimmi chi è Roberto Frazzetta: cosa fai quando non scrivi?
Sono una persona molto curiosa e ho tante passioni. Da buon solitario vivo una vita ritirata, non mi si vede tanto in giro.
Gestisco un centro olistico insieme alla mia compagna di vita e ci occupiamo di Shiatsu, Crescita Personale e Terapie Olistiche.
Ho scelto di vivere in campagna con la mia famiglia (ho 3 figli) e come dicevo coltivo le mie passioni: sono un praticante di Kung Fu fin da tenera età, ho un dojo in stile shintoista dove pratico la via della spada giapponese, mi alleno con la ginnastica funzionale, mi piace la fatica del corpo.
Le mie giornate sono dense di musica, e la prima cosa che faccio appena apro gli occhi è battezzare la giornata con una canzone.
Suono qualche strumento e sono appassionato di audiofilia vintage: vinili e amplificatori valvolari sono ovunque!
Inoltre sono un motociclista, ahimè solo estivo; leggo tanto e amo scrivere quasi tutti i giorni.
Ho sempre un progetto in testa.
Riccardo nasce a seguito di un’intervista fatta a un Carabiniere GIS sotto copertura, che con i suoi racconti mi ha instillato la scintilla per far nascere “La Strada Non Aspetta”.
Riccardo è un guerriero spezzato, la categoria che preferisco, un uomo che ha macchie nel passato e che ha il coraggio di darsi un’altra opportunità per seguire la sua strada; una persona che ha cambiato la sua prospettiva morale per confrontarsi e per combattere il mondo malavitoso nel quale rimane agganciato.
Il suo sé rinnegato si manifesta con una voce in testa che lo fa sentire diverso da quello che crede di essere, lo fa sentire un altro e ne “La Strada Non Aspetta” questo particolare si vede molto.
Io e Riccardo abbiamo la stessa età e gli stessi capelli lunghi, lo stesso amore per il rock e per le moto Harley.
La musica è una forma di ispirazione per te alla scrittura: raccontami che rapporto hai con la musica.
Posso dire che la musica mi ha salvato insegnandomi la bellezza: da giovane suonavo il basso elettrico in diversi gruppi rock e mi sono “acculturato” al genere frequentando club e locali di musica live; da lì ho risalito la corrente abbracciando molti generi musicali, tra cui il Free Jazz e il Minimal Elettronico, che adoro.
Uso la musica come una medicina, un integratore per l’animo per il potere visionario che può evocare una vibrazione. Con la musica giusta ogni scena, ogni dialogo, ambientazione e stato d’animo della scrittura assume una forma più permeabile ed empatica.
Per diverso tempo uno dei miei esercizi di scrittura preferiti era quello di mettere un brano musicale e scrivere senza staccare le dita dalla tastiera, cercando di seguire senza indugi l’evocazione delle note.
La musica è una forma d’arte estremamente evocativa, si può andare in risonanza con la melodia, con il ritmo e con l’armonia del cantato così come con le parole, e le frasi del testo che spesso sono un vero tormentone per intere giornate mi restano appiccicate in testa.
Musica per me è alchimia.
Parliamo di Scrittori Dentro e della scrittura per conoscere i propri personaggi: di cosa si tratta?
Scrittori Dentro nasce per diletto, un progetto che condivido con una mia cara amica, Paola Mezzogori, scrittrice e sopraffina psicologa. Abbiamo deciso di creare un laboratorio di scrittura online dove sperimentare e utilizzare lo strumento dello scrivere per sondare e conoscere i vari aspetti reconditi del carattere umano.
Siamo alla quarta edizione di Scrittori Dentro e abbiamo utilizzato in questi anni varie strategie per delineare e far emergere i personaggi che abbiamo dentro; un viaggio condiviso che affina sia lo stile di scrittura sia il coraggio di scrivere pericolosamente di sé.
Infatti la scrittura ha bisogno di essere pericolosa per lo scrittore, di sconvolgerlo positivamente e portarlo in quei posti dell’anima che non conosce o che tende a nascondere.
Scrivere è sorprendersi.
Il corso mi ha portato a conoscere tante belle persone che hanno delle penne straordinarie, ed allo stesso tempo a farmi leggere.
Ho tantissimi scritti “compost” nati solo per allenamento e pratica.
Ci vuole coraggio a farsi leggere nelle pieghe buie del carattere e il confronto è un ingrediente necessario in un laboratorio.
Quali progetti e programmi hai per il futuro Roberto? Stai scrivendo altro?
Mi sto impegnando a portare in giro “La Strada Non Aspetta” e con mio stupore trovo continuamente consensi: ad Ottobre sarò in due librerie dell’Umbria, passerò a Spoleto Calling – un concorso di scrittura Noir presenziato dal maestro Massimo Carlotto – a ritirare una menzione speciale della giuria per un mio racconto “Il Demone della Pioggia” – sempre ambientato a Cerveteri.
Sarò ospite all’evento letterario NeRoma Noir il 21-22-23 Ottobre.
Poi ho terminato un nuovo lavoro noir “Di Padre In Figlio” con lo scrittore Luca Mercadante, amico e coach letterario.
Sto scrivendo a quattro mani con Paola Mezzogori un “cozy crime” che ha come personaggio principale una donna e una ragazzina.
In questi ultimi giorni sto lavorando alla struttura del seguito de “La Strada Non Aspetta” insieme a Leonardo Di Lascia, direttore della collana IRA della Bertoni Editore.
Il futuro è tutto da scrivere.
Quante bellissime attività … immagino quanto tu sia impegnato!
Grazie per il tempo che mi hai dedicato, mi piacerebbe tantissimo poter venire a visitare il tuo Centro Olistico a Cerveteri – sempre in compagnia di un buon libro ovviamente.
ciao alla prossima
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